Data: 31/12/2019 - Anno: 25 - Numero: 3 - Pagina: 44 - INDIETRO - INDICE - AVANTI
UNA NUOVA LAPIDE MARMOREA PER NON DIMENTICARE |
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AUTORE: Pietro Cossari (Altri articoli dell'autore)
La stupida, inutile, ingiusta, orribile, disumana guerra con i suoi catastrofici effetti, è stata la protagonista assoluta delle celebrazioni svoltesi lo scorso 4 novembre in tutta Italia per l’annuale ricorrenza della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Particolarmente toccante è stata quella di Badolato Superiore, dove nel pomeriggio, per l’occasione, è stata inaugurata la nuova lapide, rifatta su interessamento dell’AVIS comunale di Badolato e dell’Associazione culturale “La Radice”, per ricordare i soldati badolatesi caduti negli ultimi spaventosi conflitti del Novecento. Grazie, infatti, alla dignitosa e lodevole iniziativa delle anzidette associazioni che si sono pure fatte carico del relativo onere finanziario, le due vecchie lapidi ubicate nel muro esterno della chiesa matrice sono state rimosse e sostituite da un’altra lastra marmorea nella quale sono stati inglobati i nomi dei militari morti nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, resi ormai illeggibili dall’usura del tempo e dalle intemperie. La cerimonia ufficiale è iniziata alle 15,45 da Piazza Castello da dove un silenzioso corteo aperto dalla corona d’alloro dell’Amministrazione comunale e dal gonfalone municipale è partito per poi arrivare alla chiesa matrice ove alle 16,00 in punto è cominciata la Santa Messa concelebrata dal parroco don Salvatore Tropiano e dal suo vice don Modest Djafanony, assistiti dal seminarista Amedeo Gallelli. Alla funzione, oltre ai fedeli, hanno partecipato: il sindaco Gerardo Mannello, l’assessore alla Cultura Daniela Trapasso, i Carabinieri del Comando Stazione di Badolato, il Cavaliere di Malta e della Repubblica Italiana Andrea Carnuccio, il Generale di Divisione dell’Esercito in pensione, Pasquale Martinello, l’ingegnere Giuseppe Paparo con la bandiera degli ex combattenti, la delegazione dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue guidata dal presidente Antonio Scoppa e quella de “La Radice” capitanata dal presidente Mario Ruggero Gallelli e dal direttore dell’omonimo periodico culturale, Vincenzo Squillacioti. A rito concluso il generale Martinello ha espresso un breve ma esaustivo pensiero sui soldati badolatesi impegnati nei vari fronti durante le due guerre mondiali. Uomini in gran parte contadini e che, strappati alla terra dalla quale traevano con fatica il proprio sostentamento, lasciarono il luogo natio per combattere in prima linea sull’Isonzo, sul Piave, sull’Adamello, durante la Prima Guerra Mondiale e in Africa, nei Balcani, in Russia nella Seconda Guerra Mondiale. Combatterono con valore e in molti persero la vita. Ben cinquantadue badolatesi morirono nella Grande Guerra per restituire Trento e Trieste all’Italia e altri ventisette nella seconda. Su alcuni di essi, l’alto ufficiale si è soffermato citando date di nascita, battaglioni d’appartenenza, teatri delle operazioni e località tristemente famose come Tobruk ed El Alamein dove caddero i nostri sventurati eroi e il Mar Mediterraneo nel quale perirono inabissandosi con le navi affondate dai nemici più volte, dal fuoco amico. Con emozione, il generale ha pure doverosamente ricordato il fondamentale apporto dei ragazzi del ’99 che immediatamente dopo la disfatta di Caporetto, appena diciottenni, furono inviati al fronte per rinsaldare le linee del fiume Piave, del monte Grappa e di Colle Montello, zone dalle quali partì la controffensiva italiana che portò alla battaglia di Vittorio Veneto e quindi, alla definitiva vittoria sulle truppe austro-ungariche. La commemorazione è in seguito proseguita all’esterno della chiesa matrice, nell’antistante Piazza Municipio. Il corteo, infatti, uscito dalla chiesa con la Canzone del Piave in sottofondo, si è fermato davanti alla nuova lapide avvolta da una grande bandiera tricolore e scoperta dall’assessore Daniela Trapasso mentre il trombettista professor Domenico Cutruzzolà rendeva onore ai Caduti prima con gli squilli del presentat’arm e poi, con il commovente silenzio d’ordinanza alla cui esecuzione hanno anche assistito per palesare la vicinanza del loro popolo perennemente oppresso e ancora senza nazione, alcuni Curdi approdati in Calabria la notte del 26 dicembre 1997 e accolti a Badolato. Infine, la manifestazione in onore di quanti hanno combattuto e perso la vita per la Patria è terminata con “Rendere memoria al soldato”, un’intensa e struggente poesia di Cecé Serrao, interpretata dall’attore Francesco Gallelli, la benedizione della nuova lapide e la lettura da parte del parroco, dei nomi dei caduti sopra incisi, e che con il loro estremo sacrificio hanno permesso a tutti noi di fruire di un bene primario, assoluto e universale: la pace. |